Il vecchio guardò fuori dalla finestra. Di solito non aveva paura dei tuoni, ma quello non era un normale temporale. Sulle montagne tra il Cusio e la Valsesia c’era un’autentica tempesta di fulmini, che illuminava a giorno il cielo. Il cane, suo unico compagno in quel paese deserto era scomparso, lasciandolo solo sotto il rombo continuo dei tuoni.
Quel rumore gli ricordava la guerra. Per questo, forse, si fece viva invece quell’antica ferita. Una bella fortuna, gli avevano detto i dottori, all’epoca. La fortuna di essere l’unico sopravvissuto all’esplosione di quella maledetta granata che aveva disintegrato i suoi ragazzi.
Fu allora che iniziò a vederli. All’inizio gli erano parsi alberi agitati dal vento ma ora distingueva gli stendardi sotto i quali avanzavano. Entrarono lentamente nel giardino, fino a circondare la casa. Con un brivido di paura vide dragoni e ussari, legionari romani e samurai giapponesi, giannizzeri turchi e opliti spartani, picchieri svizzeri e lanzi tedeschi, cavalieri teutonici e arcieri inglesi... I valorosi di tutte le epoche, fianco a fianco, coi volti d’un pallore cadaverico lo fissavano con orbite vuote.
Li guidava, su un cavallo nero come la notte, un gigante dagli abiti variopinti, con un cappellaccio in testa e una vistosa benda su un occhio. Sulle sue spalle stavano appollaiati due corvi e ai suo fianchi cavalcavano due valchirie.
Bussarono alla porta.
«Hellequin, il gran condottiero dell’Armata dei Morti è qui per te!»
Il vecchio non aveva più paura ora. Corse in soffitta, aprì il baule, indossò l’uniforme e cinse la sciabola da ufficiale. Infine apri la porta, per unirsi a loro.
Questa pillola di Mistero è stata letta a Siamo in Onda da Marco l'Equi Librista il 1 novembre 2008.
Quel rumore gli ricordava la guerra. Per questo, forse, si fece viva invece quell’antica ferita. Una bella fortuna, gli avevano detto i dottori, all’epoca. La fortuna di essere l’unico sopravvissuto all’esplosione di quella maledetta granata che aveva disintegrato i suoi ragazzi.
Fu allora che iniziò a vederli. All’inizio gli erano parsi alberi agitati dal vento ma ora distingueva gli stendardi sotto i quali avanzavano. Entrarono lentamente nel giardino, fino a circondare la casa. Con un brivido di paura vide dragoni e ussari, legionari romani e samurai giapponesi, giannizzeri turchi e opliti spartani, picchieri svizzeri e lanzi tedeschi, cavalieri teutonici e arcieri inglesi... I valorosi di tutte le epoche, fianco a fianco, coi volti d’un pallore cadaverico lo fissavano con orbite vuote.
Li guidava, su un cavallo nero come la notte, un gigante dagli abiti variopinti, con un cappellaccio in testa e una vistosa benda su un occhio. Sulle sue spalle stavano appollaiati due corvi e ai suo fianchi cavalcavano due valchirie.
Bussarono alla porta.
«Hellequin, il gran condottiero dell’Armata dei Morti è qui per te!»
Il vecchio non aveva più paura ora. Corse in soffitta, aprì il baule, indossò l’uniforme e cinse la sciabola da ufficiale. Infine apri la porta, per unirsi a loro.
Questa pillola di Mistero è stata letta a Siamo in Onda da Marco l'Equi Librista il 1 novembre 2008.
Molto bella davvero caro Alfa!!
RispondiEliminaErano gli incubi del suo passato???
Incubi del suo passato...
RispondiEliminaUn'ipotesi affascinante.
Oppure il destino a cui era scampato in modo previsto, ha bussato infine alla sua porta...
Un po' come nella storia cantata da Vecchioni nella meravigliosa "Samarcanda".
Baci
PS
RispondiEliminaieri sera ho fatto una comparsata imprevista a Puntoradio (mi si intravede pure, in una delle foto della serata) per annunciare la Pillola di Mistero.
C'era qualcuno in ascolto?