La villa sul lago era immersa nella pace, circondata dal canto degli uccelli, affaccendati a portare cibo ai piccoli nei nidi. Al centro del grande salone una donna e due bambini, fratello e sorella di circa dieci anni d’età, sedevano a tavola davanti a grandi piatti mezzi vuoti.
Improvvisamente rumore di passi, urla e colpi sull’uscio, come se qualcuno cercasse di abbatterlo.
“Aprite la porta!”
“Qualunque cosa succeda non dite nulla!” sussurrò la donna alzandosi.
Quando aprì si trovò davanti un gruppo di soldati.
“Perquisite la casa” ordinò l’ufficiale.
“Chi cercate?” domandò la donna. “Sono qui da sola con due bambini.”
“Figli suoi?”
“Figli di amici. I genitori li hanno mandati via da Milano per i bombardamenti. Hanno fatto la prima comunione la scorsa settimana.”
“Cerchiamo armi. Ci hanno segnalato che ce ne sono qui.”
“Io non so nulla di armi. Abbiamo trovato rifugio in questa casa, ma non è mia. È gente di Milano che ci ha dato le chiavi.”
“Tenente, guardi!”
Un soldato dalla faccia da ragazzino rientrò nella stanza portando un fucile da caccia.
“Ce ne sono altre, nascoste in un armadio.”
“Lo sa che è vietato detenere armi?”
“Come le ho detto non ne so nulla! Siamo qui da poco e in certe stanze non sono neanche entrata.”
“Niente scuse. Al muro!”
La portarono fuori e la spinsero verso una parete della casa.
“Senta, può farmi fucilare se le fa piacere, ma io di quelle armi non so proprio niente!”
L’ufficiale guardò la donna che lo fissava con lo sguardo fiero e una ciocca di capelli grigi sul viso. Poi i suoi uomini che tenevano lo sguardo a terra. Avrebbero obbedito agli ordini, ma era evidente che non avevano alcuna voglia di sparare a quella che avrebbe potuto essere una delle loro madri, che tutti i giorni pregavano Dio affinché li salvasse da quella guerra totalmente sbagliata e già persa.
“Prendete le armi e andiamo” disse infine.
Via, via rapidamente, più veloci di ogni possibile ripensamento, lasciandosi alle spalle la donna che si risistemava i capelli e i bambini che correvano ad abbracciarla.
Due fratelli che erano l’unica cosa che nascondeva veramente. Difendendoli dalle chiacchiere della gente anche grazie al Prevosto dell’isola, che aveva interpretato correttamente il brano in cui Gesù spezza il pane e lo offre ai suoi amici ebrei per la loro salvezza.
Questo racconto è tratto da una storia vera, svoltasi sul lago d'Orta, nel periodo della Resistenza. Due bambini ebrei furono salvati da una donna e tenuti in una villa a San Maurizio d'Opaglio. Per allontanare i sospetti e la possibilità che qualche spia li denunciasse, cosa che non avvenne mai, il Prevosto dell'isola che conosceva la vicenda fece fare loro la Prima Comunione.
RispondiEliminaAlla fine della guerra, prima del ritorno a casa, la bambina regalò a mia madre, sua amica e coetanea, un gioco.
Per un puro caso durante un controllo, forse a seguito di una soffiata, i fascisti trovarono nella villa delle armi, nascoste da qualcuno. Il comandante mise al muro la donna, per fucilarla o forse per farla parlare, ma la reazione fiera e convinta di questa, che nulla sapeva delle armi, lo indusse ad andarsene senza macchiarsi di un omicidio.
RispondiEliminaA volte gli eroi, o le eroine, si nascondono dietro alla semplicità della dignità di scelte coraggiose Purtroppo non sempre la controparte è abbastanza intelligente da comprenderla ed esserne colpita. In guerra soprattutto dove la becera prepotenza di chi è semplicemente psicopatico viene premiata più di ogni altra cosa .
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