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martedì 6 dicembre 2011

Novantanove palloncini oltre il Muro


Nella seconda metà del XX secolo la città simbolo della contrapposizione tra il blocco sovietico e quello occidentale fu la ex capitale della Germania sconfitta nel 1945, divisa e occupata dalle potenze vincitrici. I settori di occupazione inglese, francese e americano andarono a costituire Berlino Ovest, un’enclave completamente circondata dalla parte Est, inclusa invece nel blocco comunista.
Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, per fermare l’incessante fuga dei cittadini di Berlino Est verso la parte Ovest, il governo comunista tedesco diede avvio alla costruzione della “Barriera di protezione antifascista”, come era definita dalla propaganda. Nella realtà dei fatti il Muro di Berlino era una infinita barriera di blocchi di cemento, filo spinato e guardie armate che cingeva in una gigantesca gabbia a cielo aperto milioni di persone.

Si stima che oltre 200 persone abbiano perso la vita nel tentativo di superare il Muro. L’unica cosa che riusciva facilmente a superare le sbarre di quella prigione era la musica dei concerti organizzati nella parte Ovest.

Proprio durante un concerto a Berlino Ovest dei Rolling Stones un chitarrista tedesco, Carlo Karges vide alcuni palloncini, liberati per aria in segno di festa, ammassarsi in una forma che poteva ricordare un’astronave.

Immaginò che il vento li portasse dall’altra parte del Muro; che l’aviazione dell’Est si alzasse per fermare l’invasione e che questo scatenasse la reazione dell’Ovest, portando alla Terza Guerra Mondiale.

La canzone scritta da Karges nel 1983, affidata alla cantante tedesca Nena, conobbe il successo mondiale e divenne una delle canzoni in lingua tedesca più famose. Furono eseguite varie cover di questa canzone contro la guerra e contro un Muro che non poteva durare in eterno.

Un muro contro cui la musica occidentale agì come un fiume sotterraneo, contribuendo a corrodere le basi del consenso dall’altra parte.

Nella notte del 9 novembre 1989 dopo settimane di manifestazioni in tutta l’Europa dell’Est centinaia di migliaia di persone si affollarono davanti ai varchi chiedendo pacificamente e semplicemente di passare “dall’altra parte”, anche solo per poche ore per guardare le vetrine dei negozi della parte Ovest. Gli agenti di guardia al Muro, lasciati senza ordini dai loro comandanti, dopo qualche esitazione decisero di aprire il confine. Con questo semplice gesto aprirono una falla che portò al definitivo crollo del blocco comunista.

Proprio pochi mesi prima dell’apertura del Muro, Roger Waters dei Pink Floyd aveva detto in un’intervista  che l’opera rock The Wall si sarebbe potuto eseguire dal vivo solo dopo la caduta del Muro.

Così, nemmeno un anno dopo, il 21 luglio 1990 nella Berlino finalmente riunificata si svolgeva il grandioso concerto The Wall, cui assistettero oltre 350 mila spettatori, venuti ad ascoltare, tra gli altri, Bryan Adams, Cindy Lauper, Ute Lemper, Joni Mitchell, Van Morrison, Sinead O'Connor e gli Scorpions. E i palloncini poterono volare in un cielo senza gabbie.

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