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giovedì 23 aprile 2009

San Giorgio e il drago



Il vescovo di Genova, Jacopo da Varagine, narra nella Legenda Aurea (scritta tra il 1260 e il 1298), di un fatto straordinario, avvenuto nella città di Selem, in Libia.

Accanto alla città di Selem si trovava una grande palude. I temerari che osavano avvicinarsi ad essa morivano, a causa delle esalazioni di un drago che vi dimorava.
Pe placare la bestia gli abitanti cominciarono ad offrirgli due pecore al giorno, ma la fame del mostro era tale che presto le pecore cominciarono a scarseggiare. Così si decise di offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte.
Un giorno la sorte maligna toccò la giovane figlia del re, che cercò di salvare la principessa Silene offrendo il suo patrimonio e metà del regno. Gli abitanti però, che tanti lutti avevano già dovuto patire rifiutarono sdegnati l’offerta e pretesero che Silene fosse sacrificata. La giovane principessa si avviò dignitosamente verso lo stagno per essere offerta in olocausto al drago.
Proprio in quel momento passò da quelle parti un giovane cavaliere di nome Giorgio, che conosciuto quanto stava per accadere mise la propria lancia al servizio della principessa.
Coraggiosamente Giorgio sfidò il drago. Questi, reagì immediatamente alla provocazione e tra il ribollire delle acque uscì dalla palude, sprizzando fuoco e fumo dalle narici per raccogliere la sfida.
Giorgio tuttavia non arretrò e trafisse la bestia con la lancia, ferendola e gettandola a terra.
Infine disse alla principessa Silene di non deporre il timore e di avvolgere la propria cintura al collo del drago. Questo, vistosi vinto dal cavaliere, prese a seguirla verso la città docile come un cagnolino.
La comparsa della strana coppia davanti alla porta della città gettò nel panico gli abitanti, ma Giorgio intervenne nuovamente tranquillizzandoli.
«Deponete ogni timore poiché Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Immediatamente il re e la popolazione si convertirono alla fede in Cristo. Il cavaliere, quindi, uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi.

La leggenda di San Giorgio nacque al tempo al tempo delle Crociate. Alcuni ritengono che l’iconografia del santo che abbatte il drago derivi da un'immagine di Costantino il Grande, in cui l’imperatore schiacciava col piede un drago, simbolo del «nemico del genere umano».
Essa ebbe particolare fortuna nel periodo medioevale in quanto coniugava vari elementi dell’immaginario cavalleresco: lotta contro il male, salvataggio della fanciulla, servizio ad un re da parte di un cavaliere errante, difesa della fede.

Tra i tanti paesi che oggi onorano San Giorgio, voglio ricordare Casale Corte Cerro, in cui partono oggi i festeggiamenti patronali, con un ricco programma di eventi che trovate qui in allegato.




5 commenti:

  1. San Giorgio è molto venerato anche a Gubbio, è infatti uno dei tre Santi che sono posti alla sommità dei Ceri, la cui omonima festa si tiene invariabilmente il 15 maggio.
    Gli altri due sono S. Ubaldo (patrono di Gubbio) e S. Antonio abate (diverso dal santo di Padova). I tre Santi erano i protettori delle corporazioni di epoca medievale
    una curiosità: nell'iconografia eugubina S. Giorgio, ovviamente cavaliere con tanto di mantello, ha i baffi, e credo che sia un caso unico.

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  2. ne avevo sentito parlare ma il tuo è un racconto minuzioso fra storia e leggenda....

    buon proseguimento

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  3. A Casale Corte Cerro invece trovate un'immagine moderna, con un santo appiedato ed ecologista, al punto che il drago, invece di ucciderlo, si limita a strattonarlo un poco per la coda, tanto per insegnargli le buone maniere.
    Venite a vederlo in questi gioni di festa e aprofittate dell'occasione per scoprire un altro "mistero": la fontana miracolosa che trasforma l'acqua in vino. Non ci credede? Beh, provate... L'assaggio è gratuito.

    (E grazie ad Alfa per le citazioni)

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  4. Bello il racconto, dà particolari ad una leggenda di cui si è sempre sentito parlare! E' una storia molto affascinante, anche perchè si riallaccia al filone cavalleresco e poi perchè legata all'iconografia del nostro paese.

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  5. Ripensavo poco fa al commento dell'Anonimo, qui sopra, e mi sono ricordato che il grande stendardo da parata della parrocchia di Casale Corte Cerro rappresenta un fiero San Giorgio, biondo, bello, con mustacchi e pizzetto da moschettiere, nell'atto consueto di uccidere il drago.
    Non posso inserirne l'immagine in questocommento, ma lo metto sul mio blog nel caso vi interessasse vederlo.
    http://casalecortecerro.blogspot.com

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