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martedì 6 maggio 2008

La spia del lago 2. Scena 1 di 9. Il cane.

Castelli Cusiani, autunno 1944.

È un tranquillo pomeriggio sul lago. La guerra sembra distante e non riesce a turbare la serenità del luogo.
Alcuni bambini giocano tranquilli nel giardino della loro casa.
Improvvisamente un cane irrompe sulla scena. È un pastore tedesco bellissimo, alto e dal portamento fiero. Scodinzola e si dirige verso la casa. Annusa ovunque, si lascia accarezzare, si affaccia dal terrazzo come se osservasse il panorama o cercasse qualcosa.
Una bambina prende un pezzo di pane e glielo offre.
Il cane cambia espressione. La sua aria festosa lascia il posto ad un’espressione sospettosa, abbassa la testa, offeso da quell’inaspettato tradimento. Si volta e in un attimo scompare su per il bosco.
La bambina si dispiace. Voleva solo dargli da mangiare.
«Che cosa strana» osserva la madre. «Deve essere un cane addestrato a non accettare niente dagli sconosciuti. Lo fanno per evitare che possano essere avvelenati. Chissà di chi è? Non l’avevamo mai visto prima...»

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