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domenica 25 maggio 2008

La lettura del mese passato: Rat Man


Un uomo aveva due figli: Tatanaele ed Isappo.
Un giorno Tatanaele disse al padre: «Non voglio più abitare nella tua casa, lavorare nei tuoi campi e mangiare capra azzima tutte le sere. Dammi quindi la parte del patrimonio che mi spetta, così che possa andarmene e sperperarla con le prostitute.»
Il padre era vecchio ma robusto. Così si alzò da tavola e Tatanaele ne prese così tante, ma così tante, che fu sera e fu mattina. Poi il padre si rivolse al secondo figlio: «E tu, Isappo? Anche tu vuoi chiedere qualcosa a tuo padre?»
Allora Isappo guardò Tatanaele. Poi guardò il padre. Poi ancora Tatanaele e disse: «Posso avere dell'altra capra azzima?»
Ecco, io vi dico: «Chiedete e vi sarà dato... e a ciascuno secondo la legge del padre.»
Da Leo Ortolani, Venduto, Rat Man Collection n. 65.

Leonardo “Leo” Ortolani è, a mio avviso, un genio assoluto. Un genio del fumetto umoristico, ve lo concedo, ma in questo genere è riuscito a diventare, in pochi anni, un vero fenomeno di culto.
Leo Ortolani ha uno stile inconfondibile, con i suoi personaggi dalla faccia di scimmia, che è il suo marchio di fabbrica. Il tratto in bianco e nero in alcune vignette è così essenziale da ricordare i Peanuts di Schultz, mentre in altre (ciò è particolarmente evidente nelle copertine) si arricchisce per richiamare volutamente quello dei super eroi americani. Per questo Ortolani è stato definito “il più grande autore Marvel vivente”.

Del resto Rat-Man, il protagonista, è davvero un supereroe.
Un supereroe, occorre dire, molto sui generis. Rat Man indossa un costume da topo e la lista dei suoi superpoteri è … bianca. Egli infatti non ha alcun superpotere. Non vola, non è invulnerabile, non è forte come mille uomini…
Le straordinarie imprese da lui compiute sono comunque degne di essere ricordate: ha diviso i Fantastici Quattro per un numero pari a se stesso; ha ritrovato l’Urlo di Munch grazie al suo udito; ha cancellato il razzismo, la guerra, la fame e la malattia dai vocabolari… costringendo la gente a comprarne di nuovi.
Soprattutto Rat-Man ha una caratteristica che lo rende unico: è completamente idiota. Occorre ripetergli le cose almeno due volte perché le capisca e ancora non è detto che ci riesca. Tra due possibili scelte opterà inevitabilmente per quella dall’esito più catastrofico. Possiede ogni più imbarazzante difetto fisico e fisiologico. È così noioso che quando parla la sua immagine riflessa nello specchio si annoia ad ascoltarlo…
Attorno all’Eroe si muovono comprimari altrettanto folli: un maggiordomo fedele come un cane; un poliziotto di colore, pluricornificato dalla moglie e idiota almeno quanto l’Eroe; un orsacchiotto di peluche; un/a transessuale platinato/a innamorato/a, non ricambiato/a, dell’eroe…

Rat-Man è il personaggio più politicamente scorretto che si possa immaginare. In uno stesso numero il protagonista riesce
- a rifiutare l’offerta in chiesa dicendosi “già a posto”;
- ad essere stupidamente e insensibilmente classista col maggiordomo;
- a litigare con un disabile;
- a firmare, perché “la faccia gli ispira fiducia”, un contratto con un produttore televisivo incompetente, disonesto, palesemente pedofilo.

Nella sua totale imbecillità (gli si perdona facilmente perché è evidente che non sa ciò che sta facendo) Rat Man un super potere alla fine lo possiede: riesce a farci ridere. Di noi stessi, delle nostre piccole meschinità quotidiane (comprese quelle più inconfessabili), della nostra arroganza verso i perdenti, i diversi e tutti quanti, per qualsiasi motivo, consideriamo inferiori…
E riesce, con poche battute, a fustigare le contraddizioni e le ipocrisie della nostra società: il cinismo della televisione che specula sul dolore dei famigliari delle vittime; la spasmodica ricerca di una briciola di notorietà; la svendita di ogni valore.

Da segnalare il particolare umorismo di Ortolani. Le battute vivono anche fuori dalla gabbia delle strisce a fumetti (“Vendo il rispetto per me stesso. Telefonare ore pasti, chiedendo dell’imbecille”), ma è nella successione delle vignette (di dimensioni sempre variabili) che l’autore raggiunge i vertici della sua comicità. Una singola sequenza comica può durare per alcune pagine, con varie scansioni interne, in un crescendo grottesco che si conclude nei modi più imprevedibili. Talora, una sequenza, che apparentemente pareva conclusa, viene improvvisamente riaperta: tre - quattro vignette a pagina 49, incomprensibili se prese da sole, diventano irresistibili se lette come seguito della sequenza che si credeva chiusa a pagina 27.

Ortolani non è solo autore di Rat Man. Tra le numerose storie da lui scritte e disegnate da segnalare le parodie di celebri opere cinematografiche:
Il Signore dei Ratti (Il Signore degli Anelli);
Star Rats (Guerre Stellari);
299+1 (300);
Venerdì 12 (La serie Venerdì 13).
E già si annuncia la prossima uscita di “John Ratto”, liberamente ispirata alle vicende di un famoso reduce...

Cosa c’entra questo post con Il Lago dei Misteri? Nulla.
Semplicemente ho deciso di dedicare ai lettori un breve brano tratto da letture interessanti. Il brano rimane visibile per circa un mese nella colonna di destra, per poi essere sostituita da un altro. Al termine del suo ciclo vitale, la lettura (in questo blog si fa come per il maiale, non si butta nulla) viene ripescata come post e commentata.

Anche se…

Anche se un piccolo mistero c’è anche in Rat Man. Leo Ortolani ha da tempo annunciato che Rat Man arriverà solo fino al numero 100. E poi? Cosa accadrà, raggiunto quel fatidico numero?
Migliaia di lettori sono in ansia, ma l’Autore li rassicura: non devono preoccuparsi della cosa.
Il mondo finirà prima.

1 commento:

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