Aspettavo con impazienza il tuo arrivo, che era come vento profumato tra i capelli. Una strana agitazione ti annunciava, mettendomi il cuore in tumulto. Allora mi precipitavo ad aprire gli armadi, cercando qualcosa da indossare per festeggiare la tua venuta. Immancabilmente non trovavo nulla di adatto e dovevo correre a comprare qualcosa di nuovo. Una maglia, un paio di scarpe, una gonna… e poi via, quasi volando, leggera come una farfalla!
Ti amavo follemente, perché con te potevo dimenticare le fredde giornate chiusa in casa e concedermi lunghe passeggiate sotto l’abbraccio del sole. Raggiante ero anch’io in quei giorni. La mia comparsa faceva ruotare come girasole volti maschili su cui si specchiava la mia bellezza. Ero poco saggia? Forse, ma adesso che lo sono di più ho compreso che allora ero felice.
Un giorno, però, mi accorsi che nuovi astri muovevano gli sguardi, mentre su di me si posava l’indifferenza. Non mi scoraggiai, lottai, mi opposi raddoppiando gli sforzi ad ogni tua nuova venuta. Finché non lessi con orrore sul viso di un ragazzo uno sguardo di divertita commiserazione.
Da allora, maledetta Primavera, ogni tua venuta mi è molesta, come l’annuncio di un inverno sempre più imminente.
Questo racconto è stato scritto dall’Errante per il n. 13 di A6 Fanzine (download).
Il tema era la primavera. Stagione che normalmente porta la gioia. Se non si è afflitti dalla disperazione per il trascorrere del tempo, come la protagonista della nostra storia.