“C'è un tempo per mantenerti distante / un tempo per guardare altrove / c'è un tempo per tener giù la testa / per proseguire la tua giornata / c'è un tempo per la matita per gli occhi ed il rossetto / un tempo per tagliare i capelli”. È l’inizio di una canzone ispirata ad una storia vera. Una storia di orrore e morte, ma anche una storia di bellezza e speranza.
Il 5 aprile 1992 cominciò il più lungo assedio nella storia bellica moderna. La città che per 44 mesi fu costantemente sotto il fuoco dei cannoni e dei cecchini, che ebbe oltre 12 mila morti e 50 mila feriti, perdendo il 64% della popolazione pre-bellica costretta alla fuga, non si trovava in qualche remota regione del mondo, ma nella civilissima Europa. Quella città, che divenne uno dei simboli di una guerra tanto assurda quanto crudele, è Sarajevo.
Non riuscendo a conquistarla, le forze militari serbe strinsero d’assedio la città bosniaca, martellandola coi cannoni e facendo sparare sui civili da cecchini appostati in punti strategici.
Alcune strade erano considerate così pericolose da essere conosciute come "viale dei cecchini", ma il grido “Pazite! Snajper!” ("Attenzione! Cecchino!") cominciò a risuonare ovunque.
In quell’inferno c’era chi tentava di ribadire il diritto della popolazione di Sarajevo a vivere in pace e insieme tra le diverse etnie come prima della guerra. E allora anche un concorso di bellezza poteva diventare un vero grido di speranza in un futuro migliore.
Bill Carter è un regista inglese che a seguito di un evento doloroso (aveva perso la fidanzata nel 1991 in un incidente automobilistico) aveva deciso di girare il mondo. Giunto in Jugoslavia nei mesi in cui la guerra civile ebbe inizio, decise di fermarsi a Sarajevo per condividere la lotta degli abitanti.
Lavorando per la TV locale Carter intervistò Bono degli U2, che fu colpito dalla sua storia. Scartata l’idea di un concerto a Sarajevo per il pericolo rappresentato dai cecchini, si decise di proiettare durante i concerti degli U2, con collegamenti satellitari di fortuna, le immagini girate da Carter.
Nel 1995 Carter realizzò un documentario che Bono volle titolare “Miss Sarajevo” per via delle immagini dedicate alla vincitrice di un concorso di bellezza nella città assediata, la diciassettenne Inela Nogic.
Nel film c’è una canzone dallo stesso titolo, scritta ed eseguita da Bono e Brian Eno con lo pseudonimo Passengers e con la partecipazione nel finale di Luciano Pavarotti.
L’operazione contribuì a quella sensibilizzazione dell’opinione pubblica internazionale che portò all’Accordo di Dayton e alla fine dell’assedio di Sarajevo il 29 febbraio 1996. Nel 1997 gli U2 poterono esibirsi a Sarajevo, incontrando Inela Nogic. Nel 1999 George Michael ne fece un’ottima cover inserita nell’album “Songs from the Last Century”.
Nella foto Inela Nogic tra le tombe del cimitero di Sarajevo.