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martedì 25 maggio 2010

Case inquietanti e maledette





Il motel gestito da Norman Bates in Psyco (1960) di Alfred Hitchcock

Ci sono case piccole ed altre grandi. Alcune sono lussuosissime ed altre sembrano restare in piedi per miracolo. Ci sono case da sogno ed altre da incubo.

Vedete la vostra casa come un sicuro rifugio? Ebbene, oggi parleremo di case da cui, chi è entrato, non vede l’ora di fuggire. Case in cui ci sono soffitte polverose, in cui le ragnatele sono però l’ultimo dei problemi; dove le stanze sono tutte accessibili, tranne una, la cui porta è meglio non aprire; con cantine simili a labirinti in cui potreste perdere l’orientamento e trovarvi in luoghi che vanno oltre ogni orrore immaginabile.

Case così abbondano nei film e nei libri. Dimore piene di correnti d’aria, sinistramente infestate da spettri, come quelle descritte da Nathaniel Hawthorne in “La casa dai sette frontoni” (1851) o da Henry James in “Giro di vite” (1898) o da Guy de Maupassant in “L’Horla” (1887).
Assolutamente da evitare anche la “Casa delle streghe” di Lovecraft o il motel di “Psycho” (Robert Bloch, 1960). E se volete andare all’Overlook Hotel (“Shining”, di Stephen King, 1977) non fermatevi assolutamente oltre l’autunno. L’albergo, costruito su un cimitero indiano, è dotato di una personalità maligna, che si alimenta delle anime dei morti con violenza entro le sue mura: una lunga serie di omicidi e suicidi che ha riempito quelle vecchie mura di fantasmi. Andatevene alla chiusura della stagione estiva o l’Albergo tenterà con ogni mezzo di impadronirsi della vostra mente, come accadde allo scrittore alcolizzato Jack Torrance (interpretato sullo schermo da Jack Nicholson).




Jack Nicholson in Shining (1980) di Stanely Kubrik

Un ultimo consiglio (che spero non sia l’ultimo cui non prestate ascolto): se vi recate in uno chalet di montagna e trovate la registrazione della voce di un archeologo che dice di aver trovate una copia del malefico Necronomicon, datevela a gambe il più in fretta possibile, sempre che non sia già troppo tardi per lasciare "La Casa"…



Il n. 112 di Ocean Avenue ad Amityville

Dimore maledette, tuttavia, non esistono solo nei libri o nei film. Al n. 112 di Ocean Avenue nella città di Amityville, nello stato di New York, nel 1924 fu costruita una casa in stile coloniale olandese. Nel 1974 essa fu teatro di una spaventosa strage familiare. L’anno seguente, la famiglia che aveva deciso di abitarla fuggì in preda al panico, dopo che una serie di rumori, voci e apparizioni avevano attirato esperti del paranormale, sedicenti vampirologhi e strani personaggi. La storia ispirò anche un romanzo horror “Orrore ad Amityville” (1977) di Jay Anson e una pellicola di successo, due anni più tardi. È da notare però che la casa fu abitata in seguito da altre persone, che non registrarono altri fenomeni, salvo un’inquietante processione di curiosi. Molti ritengono che la vicenda sia una truffa.


Harry Price (1881-1948)

Il “Borley Rectory”, una sinistra costruzione che si ergeva isolata nelle campagne dell’Essex, venne definita “la casa più infestata dell’Inghilterra” da Harry Price, un celebre “detective dell’occulto” che operò nella prima metà del Novecento. Alla casa, piena di stanze, finestre murate e ali aggiunte in epoche diverse, pareva non mancare proprio nulla: rumori di cavalli fantasma al galoppo, mormorii, materializzazioni, scritte sulle pareti. In una delle camere appariva una creatura definita “la Forma Nera” che tra le altre cose emanava un fetore insopportabile. La casa fu distrutta nel 1939 da uno degli inspiegabili incendi che vi scoppiavano senza apparente motivo.


Ca' Dario a Venezia

Anche in Italia non mancano case che si sono guadagnate una reputazione sinistra. Ca’ Dario è un antico palazzo che si affaccia sul Canal Grande, all'imbocco del Rio delle Torreselle. La sua bellezza colpì l’inglese John Ruskin e il pittore francese Claude Monet, che lo ritrasse in una serie di dipinti.
Ca’ Dario, tuttavia, ha una terribile fama. Si dice infatti che molti dei suoi proprietari abbiano avuto una tragica fine. La figlia del mercante Giovanni Dario, che ne commissionò la costruzione (si dice su un antico cimitero templare) nel 1479, si suicidò in seguito al fallimento economico del marito, Giacomo Barbaro, che a sua volta morì assassinato. Il nipote, Vincenzo, fu ucciso a Creta.
L’ultimo discendente della casata dei Barbaro vendette la casa ad un mercante armeno di gioielli, che appena prese possesso della casa fece bancarotta. Il palazzo fu acquistato da un inglese, che vi si suicidò assieme al suo amante, dopo che la loro relazione era stata scoperta. Subentrò un americano, che a sua volta fu accusato di omosessualità e dovette fuggire in Messico, dove il suo compagno si suicidò.
Nel 1964 le trattative per la vendita al tenore Del Monaco si interruppero quando lo stesso fu vittima di un gravissimo incidente stradale mentre si stava recando a Venezia per chiudere l’affare. Il Conte che a quel punto acquistò il palazzo venne trovato morto, con la testa fracassata da un vaso. L’assassino, un marinaio diciottenne che viveva con lui, fuggì a Londra e fu a sua volta assassinato.
Cristopher «Kit» Lambert, manager della band inglese “The Who”, morì sempre a Londra, poco tempo dopo aver comprato il palazzo: era caduto dalle scale, si disse, ma qualcuno parlò di suicidio.
Ca’ Dario fu allora comprata da un affarista veneziano, che finì quasi subito in bancarotta, mentre la sorella, che viveva con lui, morì in uno strano incidente d’auto.
Alla fine degli anni Ottanta, il finanziere Raul Gardini comprò la casa. Nel 1993, travolto dalla tempesta giudiziaria di “Mani Pulite”, morì suicida in circostanze mai del tutto chiarite. Quattordici anni dopo, nel 2007, il gruppo Ferruzzi riuscì finalmente a vendere Ca’ Dario ad una multinazionale americana. Poco dopo scoppiò la bolla immobiliare e iniziò la crisi economica…



Il post è tratto dalla Bottega del Mistero, la mia rubrica sul blog di Siamo in Onda. Ve ne riproporrò prossimamente alcuni post.

Vi lascio con un'ultima immagine. Raffigura una casa che sorge dalle parti del Lago d'Orta. Mi era stata segnalata come "inquietante" nella sua enigmatica simmetria.




Dopo aver scattato la foto ho avuto la netta impressione che la tendina al primo piano si muovesse...

10 commenti:

  1. Anche a me è capitato di entrare in case estremamente inquietanti, da cui voler subito fuggire... Sono posti in cui senti che qualcosa di terribile è accaduto o che accade ancora oggi. Posti dove aleggia un'atmosfera sinistra, dove magari anime maledette si aggirano in cerca di vendetta o, più semplicemente, di pace. Recentemente, diciamo nemmeno un anno fa, quando ancora non vivevo in esilio mi è capitato di entrare nella casa di una strega nera: vi lascio immaginare l'effetto...

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  2. cavoletti... che storie...
    nn immaginavo che a venezia quel palazzo fosse così rinomato.. e pensar che or ora.. stavo giusto pensando d far d nuovo visita a venezia.. ma nn so se passerò mai d lì.... la paura è troppo forte...
    anche se affascinante.....

    vedremo :D

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  3. Bellissimo pezzo, ero a conoscenza della maggior parte delle case "infestate", ma la dimora veneziana mi mancava

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  4. per forza si muoveva la tendina: quando c'è uno che ti si aggira intorno alla casa con fare sospetto e una macchina fotografica in mano, minimo vuoi guardarlo in faccia...
    ah, ma allora eri tu, Alfa?

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  5. scherzi a parte, a casa mia , per non so quale motivo i rompicoglioni dormono sempre malissimo (o le zanzare, o un ronzio, o chissà perché)
    io sono convinto che sia la buonanima della mia trisnonna Virginia che si diverte

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  6. @ Dama: immagino...

    @ Sadica: non oso pensare le catastrofi che accadrebbero...

    @ Tenar: è una vicenda davvero inquietante.

    @ Dom Brioschi: ecco, sospettavo non fosse casa tua....
    La trisnonna Virginia? mmmm quella zona del lago allora è davvero infestata, non è l'unica "presenza" che mi hanno segnalato.

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  7. @Alfa: beh... credo che io sia schermata...catastrofe contro catastrofe... si annullano :D

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  8. ehm... caro il mio Alfa, ti ho già parlato di casa mia, vero? :-) riesco a starci bene solo io, a quanto pare...

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  9. Che bel post adoro ste cose oscure. Quando ero bimba su una collinetta vicino a casa cà una casa diroccata su cui si raccontavano cose terribili. La casa del Lupo ...... fu una specie di prova d'iniziazione entrarci da sola da ragazina, anche perchè era veramente isolata, forse una stupidaggine a ripensarci, poteva davvero succedermi qualcosa di brutto, ma si sa le gatte sono curiose sin da piccole miaooooooo

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  10. In realtà c'era qualcuno ad ogni finestra e le tendine si muovevano tutte, solo che quella è l'unica ad una finestra con le ante aperte e che quindi potevi notare!

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